Il convento di Brescia
Nella tradizione dell'Ordine carmelitano - e in particolare dopo
la Riforma teresiana (nella seconda metà del secolo XVI) -
l'architettura degli edifici rispondeva a due criteri tipici di
fondo.
Da un lato, si chiedeva di porre attenzione all'ubicazione della
nuova fondazione (del monastero o del convento), ricordando la
vivace indicazione di S. Teresa d'Avila: «Un monastero ha bisogno
più di un bel panorama che di una splendida località. E, se
possibile, abbia pure un giardino!» (Lettera, n. 310).
Dall'altro lato, però, si raccomandava che la costruzione - sia del
convento che dell'annessa chiesa - non eccedesse mai per sfarzi e
ampiezza, ma si distinguesse piuttosto per i suoi tratti essenziali.
Il complesso della chiesa e del convento di San Pietro in Oliveto, a
Brescia, non rappresenta una fondazione originaria dei Carmelitani,
che lo rilevarono solo nel 1669; nel corso dei secoli, inoltre, ha
vissuto periodi di chiusura e spoliazioni, che ne hanno parzialmente
impoverito gli ambienti. Tuttavia, esso sembra rispettare ugualmente
e sino ad oggi i due requisiti richiamati sopra. La bellezza della
sua posizione sulla costa del colle Cidneo, infatti, lascia pensare
ad una sorta di grande "giardino" affacciato sulla città e, in
particolare, sul suo centro storico; nello stesso tempo, la sobrietà
delle due grandi strutture - del convento e della chiesa - non manca
di richiamare il senso autentico del loro servizio.
La nostra comunità religiosa, attraverso i suoi appuntamenti
liturgici, come pure attraverso le tante attività proposte per
giovani, famiglie e gruppi, è disponibile di compiere un percorso
(favorito da questi luoghi e dal loro significato) con chiunque
desideri riscoprire la bellezza della propria anima attraverso il
silenzio che è ascolto di Dio e della Sua Parola e che conduce
l'uomo nel profondo, sino al "castello interiore" del cuore, là dove
nella preghiera sperimenta il mistero di Dio.
