Corale San Biagio
alla S.Messa del 25/10/2025
ore 17

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Corso fidanzati

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La storia del convento e della chiesa

La chiesa e il convento di San Pietro in Oliveto sorgono sul versante orientale del colle Cidneo, in una splendida posizione panoramica sulla città di Brescia.
Sin dall'alto Medioevo (VIII-IX secolo circa) questa zona fu costellata da numerosi edifici di culto, fondati dalle aristocrazie locali legate alla corte regia longobarda: le indagini archeologiche effettuate sotto l'attuale struttura conventuale hanno infatti individuato tracce di un edificio risalente probabilmente all'VIII secolo.
Sono ancora visibili invece i resti della chiesa basso medievale, commissionata dagli agostiniani, che qui si erano insediati: percorrendo la strada a tornanti che sale da via Brigida Avogadro, è infatti possibile ammirare l'abside romanica della chiesa originaria, composta da blocchi di pietra ben squadrati, databile al XII secolo. L'edificio, che è stato successivamente annesso alla struttura cinquecentesca, era probabilmente ad aula unica, più piccola dell'attuale, ed era dotato di un campanile a sud e di una cappella sul fianco nord.
Il toponimo in Oliveto" tutt'ora in uso, è testimoniato già nei più an tichi documenti che riguardano la chiesa di San Pietro e deriverebbe dalle rigogliose piante di ulivo che crescevano sul colle Cidneo, tagliate ai tempi dell'assedio di Brescia da parte dei milanesi, nel XV secolo. Durante gli scontri, infatti, le strutture canonicali erano state abbandonate dai religiosi e venivano utilizzate come postazioni militari.
A seguito di un periodo di decadenza, nel 1437 papa Eugenio IV assegnò la chiesa e il monastero ai Canonici Regolari di San Giorgio in Alga,
Congregazione fondata alla fine del XIV secolo sull’omonima isola veneziana. Anche grazie all'annessione del patrimonio del monastero di San Pietro in Monte Orsino a Serle, venne costruita una nuova canonica intorno a un chiostrino, di cui rimangono alcuni resti vicino all'abside della chiesa. Nel corso del Cinquecento i canonici recuperarono gli edifici preesistenti, costruirono i chiostri e le sacrestie, ampliarono la chiesa e la arricchirono con splendide opere d'arte. Dopo oltre due secoli di splendore, però, per una serie di ragioni storiche ed ecclesiali, nel 1668 questa Congregazione venne soppressa da papa Clemente IX.
L'anno successivo, l’intero complesso venne acquistato dai Carmelitani Scalzi, insediatisi nella zona nord di Brescia qualche anno prima, nel convento di Sant'Antonino. Grazie ai lasciti di numerosi benefattori appartenenti all'aristocrazia bresciana, i figli di Santa Teresa poterono arricchire la chiesa con numerose opere d'arte dedicate ai Santi riformatori dell'Ordine e operarono alcune modifiche: l'antico altare cinquecentesco venne trasferito dietro all'attuale (di fronte al coro) e i fastosi stalli lignei furono demoliti, forse in osservanza del voto di povertà. Anche l'organo originario venne venduto e le grandiose ante che ne chiudevano la facciata furono smontate, separate e collocate sopra i confessionali.
La prima permanenza dei Carmelitani durò poco più di un secolo poiché, nel 1797, con la caduta della Serenissima e l'instaurarsi del Governo Provvisorio della Repubblica Bresciana, il convento venne trasformato in caserma. La chiesa venne saccheggiata di molte opere d'arte, delle suppellettili liturgiche e dei preziosi volumi della biblioteca. Nel 1799 i Carmelitani poterono rientrare in San Pietro, ma in epoca napoleonica, l'intero complesso venne ceduto al Seminario vescovile. Per adattare le strutture alle esigenze del nuovo istituto, vennero creati nuovi ambienti e murati gli archi delle loggette. Venne concesso in uso al Seminario anche il vicino convento del SS. Corpo di Cristo e, tra i due edifici, fu eretto un cavalcavia di collegamento, poi smantellato nel 1874.
San Pietro venne tristemente coinvolto nei moti risorgimentali: subì una feroce rapina durante le Dieci Giornate (1849) e fu successivamente adibito a ospedale militare. Nel 1868 venne messo all'asta e i Carmelitani Scalzi lo acquistarono nuovamente. Seguirono i lavori di sistemazione fino al 29 giugno 1873, quando il complesso fu finalmente riaperto per la festa dei Santi Pietro e Paolo.
Durante la prima guerra mondiale, il convento fu occupato dai bersaglieri, ma fortunatamente non subì danni. Nel secondo dopoguerra, sia il convento che la chiesa furono accuratamente restaurati.
Attualmente è luogo di formazione della Provincia Veneta dell'Ordine e rappresenta un vivace polo di attrazione per giovani e famiglie che si ispirano alla ricca spiritualità del Carmelo.